Guar-dare (fuori o dentro?)

DPungitorePistoia-1921

Visioni dis-torte, prigioni dorate,
di-versi uni-versi, parole stonate.

Perverso ri-chiamo, giocosa natura,
mal posta fiducia in luogo lontano.

Pesanti tendaggi, filtrate pre-senze,
spezzate catene, dissolti legami.

34 thoughts on “Guar-dare (fuori o dentro?)

  1. …..

    Alcune migliaia di anni dopo…

    .
    Passarono i secoli ed il teatro greco evolse il suo volto mistico contraendolo e corrugandolo fino a nasconderlo dietro la maschera del teatro Elisabettiano. Ci ritroviamo così ad una delle primissime prove per la messa in scena di quello che fu e sarà un noto spettacolo.
    Alfonso –nel ruolo di–> Romeo
    Marta –nel ruolo d–i> Giulietta
    Marco –nel ruolo di–> un altro personaggio
    Il palco è tutto montato e pesanti tendaggi rosso porpora sembrano voler cadere da un secondo all’altro e nascondere i giovani attori all’inesistente pubblico, solo pochi curiosi vengono a vedere le prove e generalmente.. o sono guardoni di scena.. o sono in cerca di attori per la propria compagnia. Dal palco si può facilmente contare quanto pubblico si ha, semplicemente facendo la semplice addizione dei fili di fumo che si alzano dalle poltrone.
    Sulla scena una giovane e bella ragazza, dalla recitazione molto convincente, si protende verso il suo amato, che, se pure in bellezza non lascia nulla a desiderare… forse come attore potrebbe impegnarsi un poco di più, poco più in la c’è un terzo attore che osserva la scena. Comunque, ad ascoltare i commenti del pubblico e del direttore di scena la coppia funziona, e i due giovani sono così convincenti nel ruolo di innamorati che il pubblico stesso è convinto che lo siano anche nella realtà.
    Alle loro spalle, splendide opere d’arte troneggiano, sono le quinte di scena! il modo più efficace e ammirevole per portare il mondo che è la fuori fin sopra un palco da recitazione!

    Un giovane ragazzo si alza e battendo tre volte le mani apre la bocca e:

    I tre ragazzi si avviano dietro le quinte.
    Dal pubblico si vede un sottile filo di fumo muoversi verso il palco:
    disse il filo di fumo

    Il fumo salì sul palco seguito subito sotto da un uomo con una folta barba, girò dietro il palazzo della nobile fanciulla e fece due colpetti di tosse. Aveva appena trovato Giulietta (alias Marta) avvinghiata in un appassionato abbraccio con Marco (il terzo personaggio).
    disse il filo di fumo.

    Finite le prove il filo di fumo attese qualche minuto, poi usci dal teatro per una via secondaria ed entrò in un vicoletto. In questo luogo incontrò nuovamente Marta, questa volta avvinghiata ad Alfonso, Marco intanto si guardava intorno e prendeva una tirata di tabacco.

    rispose la ragazza
    Il signor F… si irrigidì:
    Passò ancora qualche tempo, poi il signor F… si risvegliò bambino e, dopo aver colpevolizzato i genitori per tutte le sue insicurezze finalmente crebbe e decise di affrontare la questione del dentro e del fuori, del conscio e del subconscio, del mondo protetto, semplificato in cui si rinchiudevano i suoi pazienti più gravi e di come tirare fuori dalla loro mente i loro peggiori incubi. Imparò a distillare paure, e a scacciare le ombre facendo giungere le menti che aveva di fronte alla pura consapevolezza del loro reale aspetto. Dentro e fuori, ma il dentro può diventare fuori? Ciò che è dentro si può estrarre? E così le fobie prendevano forma di ricordi nelle teste dei malati, e vedendo la luce dolorosa della verità, questi cominciavano a piangere lacrime liberatorie.
    Un giorno il dottor F.. si mise ad urlare in faccia al suo primo e più recidivo paziente:

    Il mito della caverna, che hai citato in questa bella foto-poesia, è qualcosa che ancora non abbiamo capito fino in fondo. Ogni volta si può credere di averlo compreso, ma grazie alla sua profondità è in grado di attraversare i secoli scoprendosi solo poco alla volta. Noi siamo coloro che stanno camminando nella caverna del mito della caverna. Conosciamo il racconto ma ancora vi siamo dentro, sappiamo la fine, ma ancora non la conosciamo.
    La magia di questo mito sta nel fatto che può essere raccontato in mille forme, e che può essere raccontato anche da chi è ancora dentro la caverna.
    Grazie ancora per questa bella Foto-poesia che mi ha fatto sognare tanto!

  2. Più la guardo e più la amo questa foto. Rappresenta veramente un guardare oltre e un guardarsi dentro.
    Purchè non sia solo un guardare sterile, ma un “moto a luogo” a cui andare. Se me la metto come desktop ti scoccia?

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